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Relazione 27/03/1945
La relazione definisce in ripresa l'organizzazione dei Gdd della provincia di Modena dopo un «lungo periodo di quasi inattività [...] determinato in gran parte dalla mancanza di indirizzo, di capacità, e di appoggio». Molti Gdd che erano stati formati da diverso tempo si sono sbandati a causa dell'attività repressiva dei tedeschi e dei fascisti, ma sia in città che in provincia la nuova organizzazione si va sviluppando. La città di Modena è stata divisa in due settori ciascuno con un comitato di settore con funzioni dirigenti; la provincia è suddivisa in sei zone, ciascuna diretta da un comitato di zona e divisa in settori. In ogni settore, in città e provincia, ci sono Gruppi di località, di frazione, ecc. e le diverse località sono riunite sotto dei piccoli comitati locali. Lo stesso avviene nelle fabbriche. Alla guida dell'intera organizzazione vi è il comitato provinciale formato da sei donne, con una segreteria - composta da una responsabile del comitato, una responsabile dell'agitazione e propaganda e da una responsabile del lavoro organizzativo -, due responsabili dei settori cittadini e una responsabile del lavoro nella provincia, quest'ultima coadiuvata da tre donne che si occupano delle diverse zone. La composizione è mista: la responsabile del comitato è un'operaia, le responsabili della propaganda e dell'organizzazione sono due studentesse; studentessa anche la responsabile di uno dei due settori cittadini, mentre l'altro è diretto da una artigiana; una mondina si occupa del lavoro nella provincia. I Gdd modenesi stanno cercando di ampliare le sezioni di lavoro con nuove aderenti, «basi più larghe e compiti più definiti». Il totale delle aderenti ai Gdd in città è di 300 donne, mentre nelle zone extraurbane il totale è di 2950 circa non equamente distribuito, nel senso che alcune zone hanno molte aderenti (oltre le 1000 e altre sono molto più deboli). In tutta la provincia di Modena sono organizzate nei Gdd oltre 3200 donne. In gran parte queste donne sono operaie o contadine; numerose sono poi le massaie, le studentesse e intellettuali, le artigiane e le impiegate.
Sussistono problemi nei collegamenti, nella distribuzione della stampa, nel funzionamento pratico e nelle attività dei Gdd, problemi a cui si sta cercando di rimediare. Dalla relazione si capisce che i Gdd a Modena sono prevalentemente comunisti e che le donne del Pci non riescono ad allacciare, se non in qualche caso, rapporti con le donne di altre organizzazioni, come quelle cattoliche. Si sta cercando di ampliare la rappresentanza all'interno dei vari Cln e di migliorare il collegamento e l'attività comune con il Fronte della gioventù che non sono ancora efficienti.
Il potenziale offerto dalle masse femminili nella provincia di Modena è alto, sia per la lotta di liberazione sia per il periodo di ricostruzione che seguirà alla guerra, ma i Gdd devono riuscire a tradurre in pratica, in crescita dell'organizzazione e in attività questo potenziale. Per farlo le autrici della relazione chiedono un impegno da parte della federazione modenese del Pci per «orient[are] e insist[ere] sul problema delle donne».
Comitati di settore, zona e provinciale dei Gdd
- Rapporto con altre organizzazioni
- Organizzazione interna
- Attività