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«Noi donne», anno I n. 4, maggio 1944
"A fianco dei combattenti per la libertà e l'indipendenza nazionale" rivendica il ruolo delle donne nella lotta di liberazione accanto ai partigiani combattenti e nelle manifestazioni di protesta che le vedono protagoniste in tutta Italia. E rivendica la trasformazione della donna attraverso la partecipazione alla lotta, nella quale non solo le donne combattono per l'indipendenza e la libertà dell'Italia, ma anche per la loro libertà e i loro diritti. L'organizzazione delle donne in questa lotta sono i Gdd che si stanno formando ovunque e che riuniscono donne senza distinzioni di religione, fede politica e condizione sociale. «Noi donne» è il giornale dei Gdd, «la tribuna da cui si agitano tutti i problemi femminili nel quadro della lotta di Liberazone Nazionale».
L'articolo "Né una lavoratrice, né una macchina in Germania. Vittoriosi scioperi e manifestazioni di donne a Vicenza, a Modena e nel Bolognese contro le deportazioni" invita le donne a seguire l'esempio delle operaie di Vicenza, Modena e di diverse località in provincia di Bologna, tra cui Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Bazzano e Medicina, che scioperando e manifestando hanno ottenuto l'annullamento delle liste di lavoratori e lavoratrici da mandare nel Reich come manodopera per la Germania.
"Le nostre eroine" informa che le partigiane Lena e Neva sono state citate all'ordine del giorno dal comando delle brigate Garibaldi.
L'articolo "Lo sciopero generale di Forlì" ripercorre i fatti di fine marzo 1944 a Forlì dove, in seguito alla fucilazione di cinque renitenti alla leva, le donne inscenano una manifestazione di protesta nei pressi della caserma dove sono detenuti altri renitenti che devono essere fucilati; a questa manifestazione si sommano gli scioperi nelle fabbriche forlivesi e le autorità fasciste annullano la fucilazione.
"Perché ci bombardano" è volto a far ricadere la colpa dei bombardamenti sui tedeschi che occupano l'Italia, sui fascisti loro alleati e sulla loro guerra.
Nella sezione dedicata a "Vita dei Gruppi" compare l'articolo "I compiti dei Gruppi di difesa della donna" che descrive i Gdd e i loro compiti. Gruppi di difesa della donna «devono essere costituiti nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, nei laboratori, negli uffici, nelle scuole, nelle aziende agricole, nelle risaie. Assieme ai "Gruppi" per luogo di lavoro si possono anche costituire dei gruppi di massaie, di contadine, di insegnanti, di studentesse, di ragazze. Si deve anche cercare di costituire dei gruppi di cucito, di ricamo, di lettura, di studio, di escursioniste, corsi di pronto soccorso, ecc. Nelle fabbriche il gruppo deve agitare le rivendicazioni immediate delle operaie, organizzare queste e portarle alla lotta con tutta la maestranza. È grazie all'attività del gruppo di officina che le operaie devono essere mobilitate attorno al Comitato d'Agitazione, devono essere rappresentate in esso e in tutte le commissioni operaie che si costituissero. I "Gruppi di Difesa della Donna" formati da massaie devono lavorare per portare queste ad esigere l'aumento delle razioni alimentari, specialmente l'aumento del latte, dello zucchero per i bambini, a protestare per la mancanza di viveri. I gruppi di massaie dovranno curare soprattutto, il lavoro da svolgere nelle code dove le nostre rivendicazioni possono trovare facile diffusione. I gruppi di intellettuali devono studiare particolarmente i problemi che interessano la loro categoria, sia i problemi culturali che quelli materiali riferentisi alla loro situazione, al loro lavoro. I gruppi di difesa costituiti fra le contadine devono organizzare la resistenza alle requisizioni, agli ammassi, alle leve fasciste, ecc. I gruppi di ricamo, di cucito, di studio, ecc. possono essere facilmente costituiti attorno a qualche compagna o attivista che sia capace di insegnare il ricamo o il cucito o dirigere lo studio di quattro o cinque donne. Tutti i gruppi oltre ai compiti specifici per cui sono costituiti, devono cercare di assolvere al dovere di aiuto e di assistenza ai combattenti della libertà, raccogliendo viveri, indumenti per essi, collaborando in tutti i modi possibili alla loro lotta. Tutti i gruppi devono organizzare nel loro seno dei corsi di pronto soccorso non solo per dare alle donne, alle madri, delle nozioni elementari di medicina ma anche per preparare delle infermiere da porre a disposizione dei Distaccamenti partigiani».
"Eroico comportamento delle donne dell'Imolese nelle dimostrazioni di piazza del 29 aprile" descrive la manifestazione di piazza organizzata dalle donne dei Gdd a Imola il 29 aprile 1944 durante la quale i militi della Gnr aprono il fuoco e feriscono mortalmente due donne, e gli scioperi di inizio maggio che sono seguiti alla prima dimostrazione.
L'articolo "Le braccianti di Conselice spronano con l'esempio alla lotta la massa agricola della Romagna" si riferisce alla richiesta di aumento dei salari delle braccianti di Conselice nel Ravennate accompagnata dalla minaccia di non riprendere il lavoro che ha avuto successo e va imitata.
Infine "Mondine" stila un elenco di rivendicazioni salariali e di condizioni di lavoro per le mondine per la prossima campagna di monda. Un testo simile compare in un volantino firmato dai Gdd.
Adolf Hitler
Baldini (fascista)
Gentilini (fascista)
Ravaioli (fascista)
Pirazzoli (fascista)
Fanti (fascista)
Minoccheri (fascista)
Minghetti (fascista)
SS
Gnr
Combattenti della libertà
Cln
Gdd
Comando delle Brigate Garibaldi
- Rivendicazioni economiche
- Rivendicazioni sociali
- Rivendicazioni politiche
- Questione femminile
- Rapporto con altre organizzazioni
- Organizzazione interna
- Attività
Questa e altre edizioni compaiono come n. 4, ma si tratta del primo numero di «Noi donne». Parte degli articoli sono di carattere nazionale e compaiono anche in altre edizioni. Sull'edizione diffusa a Ravenna compaiono l'articolo su Conselice e quello su Imola che non sono presenti ad esempio nell'edizione bolognese.
"Mondine" riproduce una parte di un volantino diffuso dai Gdd (v. scheda 862).
L'articolo "Né una lavoratrice, né una macchina in Germania. Vittoriosi scioperi e manifestazioni di donne a Vicenza, a Modena e nel Bolognese contro le deportazioni" nell'edizione di Bologna presenta separatamente gli esempi di Vicenza e Modena con i titolo "In Germania non si deve andare" e "Sciopero generale vittorioso a Modena contro l'invio dei lavoratori in Germania". Gli esempi tratti dalla provincia di Bologna sono raccolti insieme in un articolo a parte dal titolo "Vittoriose manifestazioni di donne nell'Emilia contro la deportazione in Germania". Cfr. scheda 971.
Sui fatti di Forlì del marzo 1944 cfr. R. Mira, Via Ripa caserma Ettore Muti Forlì, 24 marzo 1944 [http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5792] in Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia.
Sui fatti di Imola del 29 aprile 1944 cfr. R. Mira, Imola, 29 aprile 1944 [http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5803] in Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia.