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DONNE PARTIGIANE MADRI

Descrizione

Un accorato appello a tutte le donne di Parma per reagire difronte alla grave situazione che vede le provviste di carbone e di cibo essere a disposizione dei fascisti che a loro volta le mettono a disposizione dei tedeschi. Le famiglie hanno freddo e fame. Le fabbriche di dolci della città stanno producendo biscotti e panettoni che andranno a soddisfare i nazifascisti. Oltre alla fame e al freddo ci sono altri pericoli di rastrellamenti in città; le fabbriche licenziano con facilità gli operai così poi i Tedeschi li obbligano gli a lavorare per loro fuori le mura, allungando ulteriormente il periodo di guerra. Per questo le donne devono andare tutte in piazza a reclamare ed ottenere legna, carbone e cibo; fine dei rastrellamenti e che siano aboliti i lavori di fortificazione nella provincia. Tutte unite riuscite ad imporvi alle autorità fasciste. Date il vostro contributo e appoggio alle squadre dei Sap e Gap. Il manifesto è firmato da “Il Comitato di agitazione femminile di Parma”


Autore
Luogo

Tipologia manifesto
Estremi cronologici

Persone citate

Enti citati


Soggetti
  • Rivendicazioni politiche
  • Attività
Specifica per soggetti

Note

Nel novembre del 1943 a Milano si costituisce il comitato dei Gruppi di difesa della donna. Nello stesso periodo anche nel territorio parmense inizia l’organizzazione dei G.d.D., che divennero operativi nella primavera del 1944. I gruppi sono costituiti da donne appartenenti ad ogni ceto sociale, massaie, contadine, operaie, impiegate, intellettuali, insieme lavorano e collaborano per un obiettivo comune. Donne di appartenenze politiche differenti, di ogni fede religiosa, donne senza partito, in ogni fabbrica, quartiere, ufficio, scuola si formano gruppi e operano attivamente.
Diffondono la cultura e la necessità fra le donne della lotta contro tedeschi e fascisti. Nelle fabbriche organizzano i sabotaggi alla produzione, il rifiuto dei viveri e delle provvigioni. Isolano i traditori e i tedeschi; raccolgono denaro, viveri, indumenti; assistono le famiglie dei combattenti e degli internati in Germania; lavorano perché si diffonda una cultura attraverso i libri e le parole, rischiari la via della liberazione, riaffermi il desiderio della lotta, mostrando come un’Italia liberata potrà essere la madre di tutti gli italiani.
I ruoli che esse ricoprirono in città, nei paesi e nelle campagne furono innumerevoli, prevalentemente di carattere politico e organizzativo, in particolare nel settore della propaganda e della distribuzione della stampa clandestina. In seguito, dal 1944, alcune di esse chiesero di poter combattere con le armi e salirono in montagna, lottando con coraggio e determinazione. Da questo momento, le donne arrestate furono sottoposte allo stesso trattamento riservato agli uomini. Alcune furono deportate nei campi di concentramento nazisti.
I G.d.D, si trovano ad operare sotto il peso dell’occupazione tedesca che gravò totalmente sull’amministrazione comunale di Parma, su cui ricaddero tutti i costi finanziari e politici.
Ricordiamo Laura e Lina Polizzi, la cui famiglia che viveva nel cuore dell’Oltretorrente, di tradizione comunista, ebbe un ruolo importante nella resistenza parmense. Laura a seguito della denuncia di un collega al comando fascista, dovette scappare prima a Piacenza poi a Reggio Emilia dove avrà incarichi militari e diventa vice commissario, con il gradi di maggiore del C.U.. A Reggio nel 1944 diventa dirigente provinciale dei G.d.D.
Sui Gruppi di difesa della Donna si veda il saggio di Alba Mora (Per una storia dell’associazionismo femminile a Parma. GDD e UDI tra emancipazione e tradizione. 1943-1946) in F. SICURI (a cura di), Comunisti a Parma, Parma, Step, 1986,


Ente di conservazione Istituto storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Parma

Fondo archivistico
Segnatura

Note di provenienza archivistica