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INSURREZIONE
Trattasi di un appello a tutte le donne. La minuta è suddivisa i tre paragrafi ben distinti. Nel primo invita tutte le donne organizzate appartenenti ai gruppi ad entrare in tutte le case e coinvolgere più donne possibili per la giornata dell’insurrezione. Quando verrà il momento, in tutti i comuni è necessario essere unite, compatte e pronte a dimostrare l' orgoglio di volerci liberarci dal giogo nazifascista. Solo organizzandosi si forma un blocco imbattibile a fianco dei nostri compagni armati. Dimostriamo lo sdegno verso quei malviventi che ancora ci rovinano. Donne di tutti i gruppi uniamoci e stiamo pronte per l’ora tanto desiderata. Le organizzate è da tempo che hanno dato prova di fedeltà per quel giorno e di essere pronte a tutto. Ricordiamo che chi mancherà tradirà non solo se stessa ma tutto il popolo italiano e l’avvenire dell’Italia. Il secondo punto ricorda alle donne il lavoro al quale sono chiamate anche dopo la Liberazione. Il terzo ed ultimo parla di un continuo impegno per la cacciata definitiva dei Tedeschi.
- Organizzazione interna
- Altro (aggiungere specifica)
E' una seconda bozza scritta sempre da un appartenete ai G.d.D (vedi scheda n.765). Si differenzia dall'altro testo in quanto suddiviso in 3 parti. Non si ferma a chiamare a rapporto le donne solo per la giornata dell'insurrezione, bensì sottolinea l'importanza dell'impegno a cacciare definitivamente i tedeschi dall'Italia e che il movimento delle donne, formatosi durante la Resistenza debba andare avanti e costruire insieme le lotte future.
Il movimento femminile è maturo, il Cln affida alle donne, appoggiate dalle formazioni partigiane, l'organizzazione della "prova insurrezionale" da effettuarsi nella giornata del 13 aprile 1945. Ebbe come protagoniste migliaia di donne che davanti alle carceri chiedevano la liberazione degli ostaggi politici; davanti agli ammassi del grano e ai municipi volevano la distribuzione dei generi alimentari; ovunque chiedevano la pace. In alcuni comuni, dove partecipò tutta la popolazione (Campagnola, Campegine, Correggio, Fabbrico, Luzzara, Rio Saliceto, San Martino in Rio) furono improvvisati comizi volanti, mentre il Cln provvide a distribuire vari generi alimentari alle popolazioni. In altri comuni i fascisti spararono sulle manifestanti che erano pure numerose. Successe a Reggio Emilia, davanti alla Salina, a Novellara davanti all'ammasso del grano e a Brescello in piazza. Le donne rimaste ferite furono dieci. La partecipazione raggiunse il numero non prevedibile di 16.000 presenze.
Velia Vallini "La donna reggiana nella Resistenza", Atti del convegno , Sala del consiglio provinciale, Reggio Emilia 5 aprile 1965.
Appari, Artioli, Caiti, Gagliani, Spinabelli, Paura non abbiamo, ed. Il Nove, cit. pp.104.
I documenti appartenenti a Zelina Rossi furono nascosti fino alla liberazione dall'autrice stessa. Aveva raccolto molto materiale sia dei Gdd, del Pci, del Cln di Reggio Emilia, che essa si premurò con molta attenzione di conservare . Tutto il materiale fu acquisito dall'Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia il 17/01/1968 e versato a Istoreco nel 1997. Appena fu possibile il materiale fu schedato dagli archivisti, dando vita al fondo "Zelina Rossi" ad oggi lì conservato. Comprende 1 busta suddivisa in 11 fascicoli per un totale di 169 carte. Il fondo contiene minute di interventi e di relazioni, materiale sul Soccorso Rosso, schemi di conversazione, materiale per i partigiani, copie di stampati. Alcuni documenti sono dattiloscritti, molti manoscritti. Lo stato di conservazione risulta buono.