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[Operaie, massaie, donne tutte, basta con la infame occupazione tedesca]
Il manifestino, a stampa, lamenta da parte di tedeschi e fascisti le ruberie di prodotti alimentari, il massacro dei bambini e dei cari sotto le macerie delle case distrutte, l'invio dei figli a morire nei campi di battaglia, la fucilazione dei giovani che non si sono presentati, i massacri di donne e bambini nei paesi di montagna. Aggiunge che ora si vorrebbe strappare alle donne i mariti e i figli e le donne stesse dalle loro case per deportare tutti in Germania a morire. Tutto ciò per continuare la "infame guerra tedesca". Si invitano quindi le donne a lottare per difendere i figli, i mariti e se stesse: nelle officine reclamando la revoca del provvedimento di deportazione e strappando "dalle mani degli sgherri fascisti gli operai arrestati o deportati", nei paesi e nei villaggi recandosi "in massa al Municipio a reclamare la distruzione delle liste di deportazione". Si invitano infine le donne a non lasciarsi intimidire da minacce e violenza: la loro compattezza e decisione daranno la vittoria. Il manifestino è firmato dal Comitato provinciale di difesa delle donne.
A mano del collezionista è riportata la data del 17 settembre 1944, indicata anche nell'indice della Cronaca. Da ricerche svolte presso l'Archivio di Stato di Modena, fondo Gabinetto Prefettura, risulta però essere stato distribuito nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1944 in alcuni comuni della provincia di Modena. Ne dà infatti notizia il Commissario Prefettizio di Castelfranco Emilia al Capo della Provincia il 25 aprile, segnalando il ritrovamento avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 a Castelfranco e nella frazione di Piumazzo. Il ritrovamento è segnalato anche dal Gnr Comando secondo gruppo presidi di Modena del 26 aprile 1944, che riferisce di averne trovate copie incollate alle mura a Vignola e San Cesario sul Panaro nelle prime ore del 25 aprile.
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Bibliografia:
Laura Conti, La stampa clandestina della Resistenza in una raccolta documentaria, in "Il movimento di liberazione in Italia", n. 58, gennaio-marzo 1960;
Laura Conti (a cura di), La Resistenza in Italia 25 luglio 1943-25 aprile 1945, Milano, Feltrinelli, 1961;
Roberta Pinelli, Parole ribelli: i volantini della Resistenza modenese, Carpi, Nuovagrafica, 1995;
Unione donne italiane, I gruppi di difesa della donna 1943-1945, Roma, UDI, 1995.
Il fondo è stato depositato da Adamo Pedrazzi nel 1986. La documentazione riguarda la raccolta di carte necessarie alla stesura della Cronaca dei fatti avvenuti a Modena tra il 1943 e il 1945: Indici della cronaca (vol. 1), Dattiloscritti della cronaca (voll. 2-4), Manifesti relativi al periodo di occupazione a Modena (voll 5-9), Cartellini nominativi dei caduti militari e civili durante l'occupazione nazifascista di Modena (voll 10-11). Il volume VIII (Manifestini alla macchia – Ordini – Avvisi ecc. durante l'Occupazione Nazi-Fascista di Modena MCMXLIII – MCMXLV) include i fascicoli 4° - Ordini comando Militare Tedesco, 5° - Propaganda Nazi-Fascista e Tedesca, 6° - Federazione Modenese del Partito Comunista Italiano, 7° - I gruppi di difesa delle donne per l'assistenza ai Combattenti della Libertà, 8° - Il Comitato Provinciale Modenese del fronte della Gioventù e 9° - Democrazia Cristiana. Il fondo è consultabile in formato digitale.
Un altro esemplare della Cronaca è conservato presso la Biblioteca civica d'arte e architettura Luigi Poletti di Modena: al suo interno si trova una trascrizione dattiloscritta del manifestino, probabilmente realizzata dopo la Liberazione, che riporta la stessa dicitura a mano relativa alla data. Un'altra copia dattiloscritta, ma coeva, si trova invece allegata al notiziario della Gnr Comando secondo gruppo presidi di Modena del 26 aprile 1944 conservato presso l'Archivio di Stato di Modena nel fondo Gabinetto Prefettura, b. 733. Nel fondo Gabinetto Prefettura, b. 733, dell'Archivio di Stato di Modena si trova anche una copia originale del manifestino: è allegata alla lettera del Commissario Prefettizio di Castelfranco Emilia al Capo della Provincia del 25 aprile 1944 ed è schedata in questo database con lo stesso nome.