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[Mondine, esigete]

Descrizione

Il manifestino si rivolge alle mondine parlando loro della prossima partenza per la campagna di monda e le invita ad esigere che il lavoro "sia almeno adeguatamente ricompensato", ovvero che il salario sia adeguato e pagato in gran parte in natura, che sia adeguato il vitto, che siano concessi supplementi di vestiario e che siano garantite le condizioni igieniche sia per quanto riguarda l'alloggio sia per quanto riguarda il viaggio. Nella seconda parte le mondine sono inoltre invitate ad impedire che tedeschi e fascisti "ci privino dei prodotti della nostra terra e del nostro lavoro", che devono invece rimanere in Patria come devono rimanerci i figli, lavorando e combattendo "per il nostro popolo" e non andando a lavorare e morire "in terre straniere, in lontani fronti per i nostri nemici". La terza ed ultima parte contiene l'invito a rispondere all'appello dei Gdd, a costituire comitati di agitazione di cascina e di risaia, a imporre le proprie rivendicazioni con "manifestazioni di massa, sospensione di lavoro, se necessario con lo sciopero". Restando compatte e decise potranno difendere le loro vitali esigenze, affermando la "volontà di liberazione dall'occupante tedesco e dai traditori fascisti".
Il manifestino qui schedato è una trascrizione coeva al ritrovamento, allegata al notiziario della Gnr Comando presidio Modena del 15 maggio 1944 con oggetto "Rinvenimento di manifestini". Vi si afferma che il 12 maggio sono stati ritrovati affissi ai muri dell'abitato di Castelnuovo Rangone (MO) "due manifestini incitanti le mondine contro le truppe tedesche e contro i fascisti" a firma i "Gruppi di difesa della donna" e per l'aiuto ai combattenti della libertà. Viene quindi allegata una copia del manifestino, mentre al Comando generale della Gnr sono inviate due copie originali. Le indagini sono in corso.
Non mi è stato possibile reperire l'originale.
Secondo Roberta Pinelli non è di origine modenese, dal momento che ne esistono copie con testo simile a Imola, Reggio Emilia e Bologna. Luigi Arbizzani lo ritiene di ispirazione nazionale e lo data alla seconda decade del maggio 1944.


Autore I "GRUPPI DI DIFESA DELLA DONNA" e per l'aiuto ai combattenti della libertà
Luogo

Tipologia altro - manifestino dattiloscritto
Estremi cronologici [10/05/1944-12/05/1944]

Persone citate

Enti citati


Soggetti
  • Rivendicazioni economiche
Specifica per soggetti

Note

Bibliografia:
Luigi Arbizzani, Azione operaia, contadina, di massa, vol. III di L'Emilia Romagna nella guerra di Liberazione, Bari, De Donato, 1976;
Luigi Arbizzani, Manifesti, opuscoli e fogli volanti, in Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1975;
Laura Conti, La stampa clandestina della Resistenza in una raccolta documentaria, in "Il movimento di liberazione in Italia", n. 58, gennaio-marzo 1960;
Laura Conti (a cura di), La Resistenza in Italia 25 luglio 1943-25 aprile 1945, Milano, Feltrinelli, 1961;
Roberta Pinelli, Parole ribelli: i volantini della Resistenza modenese, Carpi, Nuovagrafica, 1995;
Unione donne italiane, I gruppi di difesa della donna 1943-1945, Roma, UDI, 1995.

Allegato Nessun allegato

Ente di conservazione Archivio di Stato di Modena

Fondo archivistico Gabinetto Prefettura
Segnatura ASMO, fondo Gabinetto Prefettura, b. 733

Note di provenienza archivistica

Il prefetto, in qualità di rappresentante politico del Governo, aveva non solo un ruolo di capo di polizia, ma anche di autorità di controllo nei confronti delle amministrazioni locali, degli istituti di beneficenza, della sanità, della pubblica sicurezza, dell’istruzione pubblica, della viabilità, dell’industria, delle amministrazioni pubbliche, nonché delle condizioni morali ed economiche della popolazione. L’ufficio di Gabinetto si occupava soprattutto delle pratiche riservate, degli affari della segreteria del prefetto, degli affari economici, dei rapporti e delle controversie di lavoro e del controllo sugli enti locali. La documentazione di questo ufficio è dunque costituita da una serie di “Atti” classificati, a seconda dei periodi, secondo titolari diversi, dalle serie dei protocolli e degli indici di protocollo, e da alcune serie che si sono sedimentate nel corso del tempo come serie a sé stanti, ma che risultano in gran parte formate con materiale estrapolato dalla serie “Atti”. Il complesso è pervenuto all’Archivio di Stato di Modena attraverso successivi versamenti nel corso del tempo, presumibilmente già dalla fine del sec. XIX; il primo versamento attestato da documenti è quello del 1947.
Tra il 2010 e il 2012 è stato fatto un intervento di riordino e inventariazione.
Due fotocopie del documento sono conservate presso il Centro documentazione donna di Modena nel fondo Gina Borellini, subfondo Commissione regionale donne e resistenza Regione Emilia Romagna 1974-1980, serie 2 Attività di ricerca, busta 17, fascicolo 15.