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Come le donne possono intensificare l'aiuto ai valorosi partigiani
Dopo aver descritto brevemente in cosa consiste la lotta partigiana e chi vi sta prendendo parte, il documento invita le donne a mobilitarsi in ogni modo per sostenere la Resistenza e i partigiani, ed elenca una serie di attività, in parte già svolte, e in parte da svolgere: raccolte di fondi, raccolte di indumenti, sostegno morale, raccolta informazioni su fascisti e tedeschi, attività di radiotelegrafiste, primo soccorso e assistenza sanitaria come infermiere, raccolta medicinali e materiali sanitari, mobilitazione per l'assistenza e l'accoglienza presso famiglie contadine dei figli piccoli dei partigiani. Il documento insiste particolarmente sull'assistenza sanitaria e sulla necessità di raccogliere medicinali e materiali che vengono elencati in dettaglio. Si menziona la partecipazione diretta delle donne come combattenti all'interno delle formazioni partigiane, specificando che si tratta di «una iniziativa che salutiamo con molto entusiasmo, ma non è alla portata di tutte», mentre i compiti indicati nel documento sono appannaggio di ciascuna donna.
L'appello è rivolto a tutte le donne: «ogni donna italiana meritevole di questo titolo, può e deve portare il suo contributo alla lotta di liberazione».
Brigate Garibaldi
Gruppi di difesa della donna
- Organizzazione interna
- Attività
Il documento è conservato in un fascicolo che raccoglie gli originali per la stampa inviati alla tipografia clandestina del Partito comunista dalla sezione Agit-Prop (agitazione-propaganda) della Federazione bolognese del Pci.
Nella tipografia venivano stampati pubblicazioni, manifesti e volantini del Pci, delle brigate partigiane, degli organismi dirigenti Comando unico militare Emilia-Romagna (Cumer), e Comitato di liberazione nazionale (Cln) e delle organizzazioni di massa come i Gruppi di difesa della donna (Gdd) e il Fronte della gioventù (Fdg) di provenienza locale o centrale.
Una copia è in Partito comunista italiano, Triumvirato insurrezionale Emilia-Romagna, Direttive, b. 1, fasc. 5 dove è accompagnato da una lettera della Commissione femminile nazionale del 20 aprile 1944 in cui leggiamo: «Cari compagni, vi mandiamo un articolo dei "Gruppi di difesa della donna" da inserire nei nostri giornali locali. Dove esiste un giornale locale, tipicamente femminile, e dove non esiste, nella stampa di Partito, esso deve essere pubblicato il più presto possibile, e il più largamente possibile. Le nostre organizzazioni, possono trarre dall'articolo, il testo per un manifestino prendendo per questo il passaggio dove si elencano i medicinali, e si citano fra tante altre numerose attività con cui le donne possono dare prova di solidarietà attiva per i combattenti della libertà».