Scheda documento torna alla ricerca
[Relazione sull'organizzazione dello sciopero delle mondine nel Bolognese]
Vittoria Guadagnini "Dina", responsabile dei Gdd della provincia di Bologna, descrive il suo operato in occasione dello sciopero delle mondine del giugno 1944 nelle campagne bolognesi, con particolare riguardo agli incontri con le mondariso e all'attività svolta a Medicina, Villa Fontana, Molinella, Selva Malvezzi, senza tralasciare di rilevare le criticità incontrate nel corso dello sciopero. Guadagnini scrive che «le direttive [...] di portare le mondine a lottare sul posto di lavoro, in questo momento, dato la poca [sic] maturità politica delle mondine stesse non si è potuto attuare [sic]. La risaia è vero che è la fabbrica delle mondine, ma la caratteristica del luogo di lavoro, cioè che centinaia di lavoratrici vengono a trovarsi scaglionate, anche a distanza di parecchi chilometri, non permettono a noi di fare assegnamento sulla compattezza della lotta. [...] una pressione su un gruppo di operaie poco energiche permetterebbe all'agrario di rompere la compattezza e la solidarietà delle lavoratrici del riso. Solo quando in ogni squadra si sarà composto il gruppo di difesa della donna e che questo gruppo potrà controllare la squadra e sarà continuamente legato con i gruppi delle altre squadre formando così una rete per tutta la risaia, solo allora si potrà avere pieno successo».
Gap
Gdd
Pci
- Rivendicazioni economiche
- Rivendicazioni sociali
- Rivendicazioni politiche
- Rapporto con altre organizzazioni
- Organizzazione interna
- Attività
Vittoria Guadagnini "Dina", nacque a Imola (BO) l'01/03/1903. Iscritta al Partito comunista, sin dagli anni Trenta si oppose attivamente al fascismo insieme ad alcune compagne imolesi, tra cui Prima Vespignani (comunista e attiva nell'opposizione durante gli anni del regime fascista, tramite per i collegamenti tra i primi gruppi partigiani dell'Imolese, contribuì alla formazione dei Gdd a Imola e in altri luoghi della provincia di Bologna), Giovanna Zanarini (comunista, fuoriuscita, combattente in Spagna, collaborò con i partigiani e fu attivista dei Gdd a Imola) e Anna Maranini (comunista e attiva nell'opposizione durante gli anni del regime fascista, staffetta e partigiana) con le quali fondò la prima cellula comunista femminile di Imola, ed insieme al marito Roberto Gherardi (comunista, condannato alla reclusione dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, fuoriuscito prima in Francia e poi in Urss, garibaldino di Spagna, confinato politico, partigiano e vice commissario politico della 36ª brigata Garibaldi, caduto in combattimento, medaglia d'argento al valor militare).
Vittoria Guadagnini mise a disposizione la sua casa come sede di riunioni di dirigenti comunisti e come centro per la diffusione della stampa clandestina, fu attiva nella rete del Soccorso rosso, organizzò manifestazioni di protesta e azioni dimostrative e di propaganda contro il fascismo. A metà degli anni Trenta si trasferì in Urss, dove raggiunse il marito e si diplomò dattilografa. Lavorò alla Scuola leninista internazionale e a Radio Italia e fu delegata al 1° Congresso internazionale femminile. All'inizio degli anni Quaranta Vittoria Guadagnini rientrò in Italia. Fu arrestata e incarcerata per circa un mese, dopodiché la commissione provinciale fascista per i provvedimenti contro gli oppositori la invitò a non interessarsi di politica. Con l'occupazione nazista dell'Italia e la formazione della Repubblica sociale, tra il 1943 e il 1945, Guadagnini prese parte alla Resistenza, contribuendo alla creazione nella provincia di Bologna dei Gruppi di difesa della donna, di cui divenne dirigente provinciale. Diede il suo aiuto all'organizzazione di scioperi come quello delle mondine del giugno 1944 e manifestazioni di donne come quella di Castel Maggiore di inizio settembre 1944 e prese parte a sua volta a diverse manifestazioni come quella di Imola del 29 aprile 1944, nella quale P rima Vespignani venne ferita dai fascisti e Rosa Zanotti e Livia Venturini furono uccise, o quella di Bologna del 3 marzo 1945, detta sciopero del sale.
Vittoria Guadagnini è stata riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente.
Informazioni biografiche su Vittoria Guadagnini si trovano in A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. III, Dizionario biografico D-L, Bologna, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1986, pp. 459-460 e on line sul sito Storia e memoria di Bologna a cura del Comune di Bologna [http://www.storiaememoriadibologna.it/guadagnini-vittoria-506228-persona] e sul sito del progetto Biografie di sindacaliste emiliano-romagnole a cura della Fondazione Altobelli [http://www.fondazionealtobelli.it/?post_type=biografia&p=1557]. Una sua testimonianza in cui parla anche dei Gdd bolognesi è in L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, vol. I, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1967, pp. 475-478.
Lo sciopero delle mondine del giugno del 1944 nel Bolognese fu massiccio e coinvolse le lavoratrici di Bentivoglio, Galliera, San Pietro in Casale, Minerbio, Baricella, Medicina, Molinella, Malalbergo, Budrio, San Giovanni in Persiceto. Secondo Luigi Arbizzani lo sciopero, che in alcune zone durò una settimana-dieci giorni, vide la partecipazione di 5000-6000 mondariso nei giorni di massima astensione dal lavoro. Negli ultimi giorni dello sciopero alle mondine in alcune località si affiancarono le braccianti che dovevano iniziare la mietitura del grano. Oltre allo sciopero delle mondine si ebbero manifestazioni di piazza e scioperi negli stabilimenti industriali. Lo sciopero delle mondariso aprì la stagione delle lotte estive del mondo delle campagne bolognesi. La saldatura fra rivendicazioni socio-economiche, rivendicazioni politiche, resistenza civile e lotta armata costituì la cifra della Resistenza in Emilia-Romagna.
Cfr. Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Partito comunista italiano, Triumvirato insurrezionale Emilia-Romagna, Direttive, b. 1, fasc. 7, Relazione generale sullo sciopero delle mondine bolognesi, 26/06/1944; L. Arbizzani, Azione operaia, contadina, di massa, vol. III de L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, Bari, De Donato, 1975, pp. 222-233; B. Imbergamo, Mondine e Resistenza: gli eventi e il "discorso" politico, in D. Gagliani (a cura di), Guerra Resistenza Politica. Storie di donne, Reggio Emilia, Aliberti, 2006, pp. 216-223 e Ead., Mondine in campo. Dinamiche e retoriche di un lavoro del Novecento, Firenze, Editpress, 2015; A. Verzelli, Le mondine tra Resistenza e partecipazione politica, in D. Gagliani, E. Guerra, L. Mariani, F. Tarozzi (a cura di), Donne guerra politica. Esperienze e memorie della Resistenza, Bologna, Clueb, 2000, pp. 235-250; L. Casali, Aspetti sociali della Resistenza in Emilia Romagna. Alcune considerazioni, in L. Casali, A. Preti (a cura di), Identikit della Resistenza. I partigiani dell'Emilia-Romagna, Bologna, Clueb, 2011, pp. 17-52.
Vedere anche scheda 516.