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COMITATO PER L'UNIONE DELLE DONNE - ZONA MONTANA REGGIANA

Descrizione

Anche provincialmente, più tardi, il Cln,(1) riconobbe l’organizzazione femminile unitaria. Non poteva essere altrimenti, essendo l’apporto dei G.d.D. essenziale ai fini della mobilitazione di massa. Importante era anche la loro opera di reclutamento di donne da immettere nelle formazioni partigiane. Avveniva che i distaccamenti Sap e Gap ricorrevano alle dirigenti dei G.d.D. per avere aiuti immediati di donne da impegnare in compiti delicati e sempre trovarono piena disponibilità. E’ dovere dei gruppi femminili intensificare le attività; scrivere, leggere, far comprendere a tutte le donne l’importanza del loro ruolo divulgativo e operativo per impedire che il fascismo possa continuare a distruggere le nostre famiglie. Aiutare al massimo i fratelli, mariti, tutti i partigiani. Importante il riconoscimento al diritto di voto (2), così che possiamo portare il nostro contributo, partecipando alle organizzazioni politiche, sociali, economiche dei nostri villagi, dei comuni, delle province, dell’Italia intera. Non sottrarci se alcuni uomini non approvassero la nostra partecipazione alla vita politica e sociale, ma semplicemente essere decise, e contrastare l’ignoranza, i pregiudizi, le incomprensioni nei nostri confronti di fiere donne italiane. La via da seguire è questa a fianco di tutti gli uomini che vogliono combattere e lavorare per liberare le nostre masse e costruire un Paese migliore. Segue l’organizzazione del gruppo (vedi scheda n° 771)


Autore Gruppi di difesa della donna
Luogo Montagna reggiana (3)

Tipologia altro - Circolare dattiloscritta
Estremi cronologici

Persone citate

Enti citati

Cln


Soggetti
  • Organizzazione interna
  • Attività
Specifica per soggetti

Note

(1) nel giugno 1944 il Comitato nazionale dei G.d.D. chiese al Cnlai, il riconoscimento, che ottenne in data 17 luglio. Camilla Ravera, op. cit., pp. 149-152.
G. Franzini, Storia della resistenza reggiana, ed.Nuova Futurgraf, pp. 211
(2)Togliatti il 20 gennaio 1945 scrisse una lettera a De Gasperi, nella quale affermava necessario porre la questione del voto femminile. De Gasperi rispose che ne avrebbe parlato con Bonomi, perché alla prossima seduta venisse presentato un progetto per l’inclusione femminile al voto. Voto riconosciuto alle donne: 31 gennaio del 1945 viene emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle donne italiane che avessero compiuto almeno 21 anni.
(3) I manifestini ciclostilati e dattiloscritti venivano approntati in varie località (Bagno, Massenzatico, Campegine,ecc.) per lo più in case di contadini.


Ente di conservazione Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia

Fondo archivistico Archivi della Resistenza - Guerra di Liberazione 2a sezione
Segnatura Comandi ed Enti Vari, Busta 2A, Fascicolo 10 Gdd Pianura e Montagna

Note di provenienza archivistica

Il grosso del materiale documentario è giunto ad Istoreco negli anni Settanta-Ottanta ed è stato versato all’istituto dalle Associazioni Partigiane.
Il fondo “Archivi della Resistenza” è il fondo più consistente e ricco dell’Archivio Istoreco. La provenienza è dall’Ufficio storico di Anpi di Reggio Emilia. I documenti sono stati versati all’Istituto storico in varie riprese fino al 1981. Il fondo è stato suddiviso secondo i comandi militari che operavano nella provincia; è costituito da Buste, a loro volta suddivise in fascicoli. il documento allegato alla scheda è contenuto nella Busta n.2, “Comandi ed Enti Vari”, fascicolo 10 (GDD Pianura Montagna)