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I CICLOSTILI NASCOSTI
Sono alcuni appunti relativi ai ciclostile presenti nelle case delle aderenti e dei partigiani. Un ciclostile si trovava nell'estate-autunno del 1944 a casa di Idea Del Monte(1) di Massenzatico.
La Ferrari Albertina, moglie di Dante, che abitava nelle case popolari a San Michele, nell'autunno del 1943 aveva un ciclostile. Altro era presso la
Tipografia Pinotti (2) La squadra Sap Romani Ferrante di Massenzatico, portava la carta presso la tipografia per la stampa. Sempre la stessa squadra riportava a Massenzatico, a casa di Elda Fontanesi, moglie di Vasco, la carta già stampata. Descrizione della carta che spesso si presentava in rotoli dal diametro di 40 mm.
Idae Del Monte, Maria Grazia
Ferrari Albertina,
Fontanesi Elda
Romani Ferrante, Incendiario
Famiglia Pinotti
- Attività
(1) Idea Del Monte, Maria Grazia, operaia agricola, antifascista fin da giovanissima. La sua attività inizia molto presto negli anni 30 del fascismo a fianco delle lotte delle mondine. “Vi furono anni di miseria, di disoccupazione. L’unico lavoro che le donne potevano trovare erano i 40 giorni di risaia. Erano molto sfruttate e maltrattate”. Fu artefice con l’amica Alma Corbelli, delle riunioni e dei primi volantini che propagandavano fra le mondine le necessarie rivendicazioni per ottenere condizioni di lavoro più umane. Per questo pagò con il carcere. Fu una delle dirigenti a livello provinciale dei Gruppi di difesa della donna. Vi aderì nell’estate del 1944. Come dirigente guidò in molte lotte le donne contro i tedeschi ed i fascisti. Fu una delle promotrici dell’8 marzo del 1945 della manifestazione davanti alla salina in piazza Gioberti a Reggio Emilia e delle manifestazioni dell’insurrezione del 13 aprile davanti alla Prefettura che vide affluire un numero inaspettato di donne. A casa aveva un ciclostile dove insieme ad altre donne, partigiane e partigiani producevano i manifesti, i volantini e poi gli andavano ad attaccare.
(2) La macchina tipografica venne prelevata da Bagnolo e portata nel maggio del 1944 a Canolo, una frazione del comune di Correggio, presso il podere Piave dove abitavano i fratelli Pinotti. Tutta la famiglia, i fratelli, le sorelle Pinotti, le mogli, lavoreranno intensamente e strenuamente per stampare i volantini per la Resistenza. Gino Patroncini è il tipografo che vivrà nascosto con la macchina per 11 mesi, fino alla Liberazione. La macchina che pesa 11 quintali inizialmente viene portata nel solaio, mentre nell’inverno del 1944 la pedalina viene trasferita in un locale più sicuro, sottoterra. In questo luogo vengono stampati con una fatica immane migliaia e miglia di volantini ((molti di questi sono prodotti da Lucia Scarpone, dirigente provinciale dei G.d.D da dicembre 1944 alla Liberazione)), che poi con l’aiuto delle donne, saranno distribuiti in tutta la provincia. E’ presso questa tipografia clandestina che saranno stampati i pochi numeri del periodico “Noi Donne”, che circolarono in quei mesi nella provincia. C’è una testimonianza di Ferrari Alessandra, Binda, che coordinava tutto il lavoro di distribuzione. Con l’installazione della tipografia di Canolo,il lavoro aumentò notevolmente e misero al seguito della partigiana Binda, una squadra di Gap, il cui compito era di proteggerla durante il lavoro.
Paterlini, Partigiane e Patriote della provincia di Reggio Emilia, Ed. Libreria Rinascita 1977,pp.210
Atti del convegno “La donna reggiana nella Resistenza”, Reggio Emilia, sala del consiglio provinciale 1965, testimonianza di idea Del Monte pp.55-56-57.
I documenti appartenenti a Zelina Rossi furono nascosti fino alla liberazione dall'autrice stessa. Aveva raccolto molto materiale sia dei Gdd, del Pci, del Cln di Reggio Emilia, che essa si premurò con molta attenzione di conservare . Tutto il materiale fu acquisito dall'Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia il 17/01/1968 e versato a Istoreco nel 1997. Appena fu possibile il materiale fu schedato dagli archivisti, dando vita al fondo "Zelina Rossi" ad oggi lì conservato. Comprende 1 busta suddivisa in 11 fascicoli per un totale di 169 carte. Il fondo contiene minute di interventi e di relazioni, materiale sul Soccorso Rosso, schemi di conversazione, materiale per i partigiani, copie di stampati. Alcuni documenti sono dattiloscritti, molti manoscritti. Lo stato di conservazione risulta buono.