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TUTTO PER LA SETTIMANA DEL PARTIGIANO
Trattasi di un manifesto prodotto dai Gruppi di difesa dove tutte le donne sono chiamate ad attivarsi per dare il loro contributo ai partigiani che resteranno in montagna. L’esercito della Libertà rappresentato dai figli, sposi, fratelli, fidanzati, che sta per combattere la lotta finale, ha bisogno di viveri, indumenti, medicinali. Le donne reggiane dall' 11 al 18 ottobre si dovranno attivare per organizzare una nobile gara che sia di aiuto ai partigiani. Il combattente partigiano, ricevendo anche una piccola offerta deve sapere che le donne gli sono vicine e le reggiane intendono contribuire anch'esse alla lotta comune.
- Attività
- Altro (aggiungere specifica)
Tenendo conto dei ripetuti appelli ricevuti dal Comando Unico, il Cln Provinciale, nella prima decade di ottobre, studiò il modo di aiutare concretamente le formazioni partigiane della montagna. Pensò di rivolgersi alla popolazione reggiana e lanciò in tutta la provincia dall’11 al 18 ottobre la “Settimana del Partigiano”. Il compito di realizzare l’iniziativa spettava ai patrioti della pianura (particolarmente ai sappisti), ai Gruppi di Difesa della Donna e al Fronte della Gioventù, che dovevano dapprima popolarizzarla, raccogliendo poi presso i cittadini alimenti, vestiario e quant’altro era necessario alla vita delle formazioni. La popolazione rispose in modo generoso e cosciente. Due esempi da soli possono spiegare l’intero successo. Da un opuscolo di Sant’Ilario: “Costante preoccupazione dei combattenti per la libertà era il rifornimento delle brigate partigiane della montagna, le cui schiere diventavano sempre più numerose e quindi sempre più bisognose di armi, viveri, indumenti, medicinali”. La settimana del Partigiano ebbe il più completo successo. Le difficoltà che un simile lavoro di raccolta di casa in casa comportava, non erano poche, se si pensa che le ragazze lavoravano in pieno giorno ed a contatto diretto con più diversi strati della popolazione. Tutte le case di Sant’Ilario furono visitate dalle staffette Leda ed Anna Mazzali, Ioles Gandini, Lidia Greci, in collaborazione con i rappresentanti del Cln. A Bagnolo in una relazione di Zelina Rossi, Responsabile di zona dei G.d.D scrive: “…a Bagnolo ci fu una raccolta strabiliante: 8 Q.li di frumento, una grande quantità di indumenti e medicinali, L. 15.655.
Non fu solo per bontà d’animo che pensarono di organizzare il “Natale del Partigiano”, ma fu un azione politica vera e consapevole; sapevano che se quella iniziativa riusciva, avrebbero aiutato i partigiani a rimanere in montagna. Ci sarebbero rimasti ugualmente, (nonostante le disposizioni del Gen. Alexander di tornarsene a casa per poi risalire nelle montagne in primavera), ma con il materiale raccolto dai Gd.D., vi restarono in condizioni meno dure.
Oramai nel settembre del 1944 i G.d.D. erano veramente organismi unitari. Erano presenti in tutte le località dal Po' alla pedemontana. Al vertice c’erano Lina Cecchini (democristiana) Malvina Magri (socialista) e Laura Polizzi (comunista)
Dal settembre 1944 l’organizzazione dei G.d.D. si avvalse della tipografia clandestina allestita presso Canolo dal Pci, in quella settimana lavorò a pieno ritmo per ciclostilare i volantini ed i manifesti che furono distribuiti in tutta la provincia.
A. Appari, L. Artioli, N. Caiti, D. Gagliani, L. Sinabelli, Paura non abbiamo....Ed. Il None 1993, pp.
Atti del convegno “La donna reggiana nella Resistenza”, Reggio Emilia, sala del consiglio provinciale 1965, testimoniane di V. Vallini, Laura Polizzi, pp. 30-31-74
G. Franzini, Storia della Resistenza Reggiana, a cura di Anpi, ed.Nuova Futurgraf, pp. 212-337
Una parte di documenti sono stati inseriti all’interno della Fototeca dell’Istituto. Essa comprende una serie di documenti contenuti nel fondo “Archivi della Resistenza” che è il fondo più consistente e ricco dell’Archivio Istoreco. La provenienza è dall’Ufficio storico di Anpi di Reggio Emilia. I documenti sono stati versati all’Istituto storico in varie riprese fino al 1981