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A tutti i comitati dirigenti dei "Gruppi di difesa della donna". A tutte le compagne
Il comitato provinciale bolognese dei Gruppi di difesa della donna fa sua un'ordinanza emanata dal Cln provinciale bolognese con la quale il Cln ordina a agricoltori, datori di lavoro e industriali di aiutare concretamente i lavoratori, distribuendo viveri, combustibili, vestiti e concedendo anticipi di denaro. I Gdd, attraverso il coinvolgimento della massa delle donne, e con la collaborazione degli altri organismi di massa come il Fronte della gioventù e i Comitati di agitazione, potranno mobilitare «tutte le forze popolari» ed esercitare pressione su industriali, datori di lavoro e agricoltori. Questi ultimi sono un obiettivo centrale perché dal loro lavoro dipende la sicurezza alimentare della popolazione della provincia.
Per raggiungere il loro obiettivo tutti i Gruppi devono pretendere che i datori di lavoro accolgano le richieste del Cln in quelle fabbriche con maestranze prevalentemente femminili dove sono presenti i Comitati di agitazione cercando di mobilitare i lavoratori e le lavoratrici. Nelle fabbriche dove le maestranze sono composte prevalentemente di uomini e in quelle dove non si lavora più, le donne dei Gdd devono promuovere la ricostituzione dei Comitati d'agitazione, anche collegandosi agli altri organismi di massa e agli iscritti dei partiti presenti nelle fabbriche. Attorno ai Comitati di agitazione le donne devono cercare di raggruppare gli ex lavoratori su base di quartiere, in modo che affianchino l'attività dei Comitati.
Per ottenere la distribuzione di capi di vestiario, alimenti, combustibile si devono formare comitati di operai e operaie, di lavoratori e lavoratrici della terra, di rione, strada, paese e città ai quali spetta il compito di andare da chi ha magazzini di viveri o altro e di prelevare ciò che serve alla popolazione in modo da distribuirlo. Comitati popolari di strada e di rione dovranno occuparsi della risoluzione del problema degli approvvigionamenti alimentari e di altri prodotti. Si deve cercare di allargare a tutta la provincia bolognese l'attività di lavoratori agricoli e donne dei Gdd che ha portato in alcune località alla stipula di patti dei contadini e dei compartecipanti.
Le donne dei Gdd, singolarmente e all'interno dei Gruppi, dei Cln e di altri organismi di massa, devono svolgere «un'intensa attività politica» per convincere datori di lavoro, proprietari e industriali a sostenere i lavoratori e la lotta di liberazione nazionale, e a dare ad essa un contributo «perché questo è il modo di dimostrare in concreto l'attaccamento al Paese e l'amore di Patria».
«Tutti i Comitati Dirigenti dei "Gruppi", tutte le compagne debbono costituire la mente, la forza dirigente e animatrice di quest'azione di massa che trova nei Comitati e Sottocomitati d'Agitazione e popolari i loro pratici realizzatori [...]. Bisogna che le nostre compagne siano rappresentate in tutti gli organismi di massa: "Fronte della Gioventù", Comitati d'Agitazione, organismi popolari, nei Comitati di Liberazione di Settore, di Rione, di Strada e di Villaggio conferendo a quest'ultimi una maggiore autorità e forza».
Quei datori di lavoro e industriali che non seguiranno l'ordinanza del Cln e non aiuteranno la lotta di liberazione saranno da considerare traditori e nemici e da denunciare come tali alla popolazione.
La realizzazione di queste direttive, per la quale tutte le donne dei Gdd devono impegnarsi, servirà anche per sviluppare la rete dei Gruppi di difesa della donna, per legare i Gdd alle masse, per rafforzarle e prepararle all'insurrezione popolare.
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