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DONNE DI REGGIO E PROVINCIA SALVATE LA PATRIA!
Accorato appello alle donne di Reggio e provincia. Il Comitato di Liberazione Nazionale avviava delle trattative per lo scambio di prigionieri. In questo particolare momento falliscono causa il rifiuto nazi-fascista. Oltre il Po centinaia di prigionieri rientrati dalla Germania laceri, sporchi, affamati chiedono di rientrare nelle loro case, ma gli è proibito dai tedeschi che gli obbligano a lavorare nelle loro fortificazioni. Sono migliaia i prigionieri di guerra in tutto il mondo. Le famiglie ed i parenti degli arrestati e dei prigionieri di guerra devono scendere nelle piazze con tutto il popolo italiano nella guerra di Liberazione nazionale. Un accorato appello anche alle madri, alle spose che si rechino tutte insieme ed assaltino le prigioni, per liberare gli ostaggi e sottrarli alla tortura.
Il monito è per le operaie, di disertare le fabbriche e scioperare in massa. Per le contadine, di protestare contro l’obbligo di portare i prodotti all’ammasso, contro le tasse e gli affitti gravosi. Si rivolge anche alle studentesse ed intellettuali, reclamate che le scuole siano decentrate fuori città, lontano dai bombardamenti. Chiama tutte le donne alla lotta, di non indugiare, di assalire i Municipi, i deposti di viveri, gli ammassi. Sale, zucchero, grassi, indumenti sono nelle mani dei rapaci nazi-fascisti, è roba vostra, prendetevela!
- Rivendicazioni economiche
- Rivendicazioni sociali
- Rivendicazioni politiche
(1) Sono migliaia i prigionieri che vengono portati nei campi di lavoro tedeschi; capita che in alcune occasioni si cerchino dei compromessi per lo scambio dei prigionieri. Non sempre le trattative vanno a buon fine, gli accordi preliminari richiedono molto tempo e nel frattempo le condizioni si modificano al punto tale che non è più possibile attuare lo scambio.
(2) Sono parecchi i momenti durante la Resistenza che l’attività dei G.d.D. si caratterizza per rivendicare il cibo. Nei primi mesi del 1944, le donne di molte località, guidate da quelle organizzate, si recavano presso i caseifici, esigendo la consegna del latte intero, che veniva regolarmente pagato. Lo scremavano per produrre più burro per le forze armate. In alcuni luoghi aprirono il fuoco sulle donne (vedi il 12 maggio a Villa Sesso e Villa Cavazzoli). Un’altra importante manifestazione si tenne nel gennaio del 1944 a Correggio. Lo scopo era la richiesta di derrate alimentari e la fine della guerra. Parteciparono 120 donne ed in parte ottennero ciò che chiedevano. Un’altra fu fatta l’8 maggio a Correggio e riuscì in pieno, anche se alla fine ci fu un certo panico, perché la brigata nera, nel vedere le donne unite a protestare, cominciò a picchiarle ed a rincorrerle.(3) Tutte le azioni più importanti erano seguite da un’adeguata azione di propaganda
(3) A. Paterlini, Partigiane e Patriote della provincia di Reggio Emilia, Ed. Libreria Rinascita 1977,pp. 233, testimonianza di Fornaciari Laura, patriota e iscritta G.d.D.
G. Franzini, Storia della Resistenza Reggiana, a cura di Anpi, ed.Nuova Futurgraf, pp.208
Atti del convegno “La donna reggiana nella Resistenza”, Reggio Emilia, sala del consiglio provinciale 1965, testimoniane di V. Vallini, pp. 31
Una parte di documenti sono stati inseriti all’interno della Fototeca dell’Istituto. Essa comprende una serie di documenti contenuti nel fondo “Archivi della Resistenza” che è il fondo più consistente e ricco dell’Archivio Istoreco. La provenienza è dall’Ufficio storico di Anpi di Reggio Emilia. I documenti sono stati versati all’Istituto storico in varie riprese fino al 1981