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NELLA GIORNATA DELL'8 MARZO SCENDERE IN LOTTA

Descrizione

È un momento importante, lo sfinimento e la avversione alla guerra sono enormi, però c’è una grande voglia di riscatto e di lotta. Non è affatto il momento di rallentare la tensione. Il Comitato dei Gruppi di difesa della Donna emana e propaganda capillarmente in tutta la provincia il volantino che chiama le donne alla lotta per la giornata Internazionale della donna.
Richiedono di ottenere subito un vitto migliore e la distribuzione di sale, grassi, legna per riscaldarsi e cucinare, scarpe ed indumenti dei quali hanno estrema necessità, poter cucinare il pane con la farina data, in sostituzione della tessera del pane.
Esigono che i Tedeschi siano cacciati dall’Italia essendo responsabili dei bombardamenti; la liberazione di tutti gli ostaggi prigionieri e la cessazione di uccisioni di innocenti, che cessi la deportazione degli uomini in Germania e che si impedisca ai delinquenti fascisti di continuare la loro opera di assassini del popolo italiano. Invita le donne italiane a seguire l’esempio delle sorelle russe, francesi, jugoslave che preferiscono morire piuttosto che cedere nella lotta contro i Tedeschi. Le donne si preparano a scendere in lotta compatte a fianco di tutto il popolo, nella grande insurrezione nazionale, che darà a tutti un governo democratico.
Viva l’8 marzo giornata internazionale di tutte le donne!
Basta con i soprusi, basta con i massacri, basta con la guerra di rapina.


Autore
Luogo Provincia di Reggio Emilia

Tipologia manifesto
Estremi cronologici 08/03/1945

Persone citate

Enti citati


Soggetti
  • Questione femminile
Specifica per soggetti

Note

Si celebra la giornata internazionale della donna, Bianciotto Lucia Scarpone(1) elenca le manifestazioni avvenute proprio quel giorno del 1945: a Reggio, davanti alla Salina . Più di 500 donne provenienti dai paesi e rioni vicini, protestarono per avere la distribuzione del sale e tentarono di sfondare la porta della Salina, che era piantonata dagli sgherri fascisti. Vista la loro determinazione, una delegazione fu ricevuta dal Prefetto e il giorno dopo i fascisti distribuirono 50 gr. di sale pro capite. A Montecchio Emilia, le donne si batterono per 3 giorni consecutivi per avere il sale. Nei paesi a Nord: Rubiera, Correggio, Novellara, Bagnolo, Reggiolo, Guastalla, Luzzara, furono fatte manifestazioni analoghe. A Campagnola, Fabbrico e Rio Saliceto vennero tenuto comizi volanti con centinaia di donne in piazza. A sud, in tre paesi: Montecchio Cavriago e Bibbiano, la tenacia strappò l’immediata distribuzione di latte, uova, lardo, direttamente dal Prefetto. In molte località furono divelti cartelli indicatori per intralciare la viabilità ai tedeschi. Quel giorno anche in montagna vennero fatte manifestazioni, ove c’erano 1000 donne aderenti ai Gruppi. In quella data complessivamente in tutta la provincia oltre 2000 donne parteciparono alle varie dimostrazioni e manifestazioni (divise in gruppi di 70, 100 e così via).Le donne avevano imparato a muoversi in massa e anche singolarmente. Le manifestazioni esprimevano lo stato di ribellione delle donne al fascismo, all’occupante tedesco, alla guerra. La richiesta del sale era la dimostrazione dello stato di avvilimento di privazioni e di miseria cui erano ridotte le famiglie italiane, delle quali le donne subivano il peso maggiore. Chiedere il sale voleva dire chiedere il diritto alla vita ed alla pace. Voleva dire: “Via il Fascismo!” in una relazione, Lucia Scarpone, rifacendosi ai dati del 2 febbraio del 1945, annotava che le “attiviste” dei G.d.D. erano 2.472, tra le quali 672 comuniste
(1) Bianciotto Lucia Scarpone, Piera, dirigente provinciale dei G.d.D. di origine piemontese, arrivò a Reggio E. nel gennaio 1945. Prima di partecipare alla lotta di liberazione, aveva scontato sotto il regime fascista, 11 anni di carcere e confino.
Atti del convegno “La donna reggiana nella Resistenza”, Reggio Emilia, sala del consiglio provinciale 1965, testimonianze di L, Scarpone pp. 38, 39


Ente di conservazione Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia

Fondo archivistico Archivi della Resistenza
Segnatura Fototeca - GDD

Note di provenienza archivistica

Una parte di documenti sono stati inseriti all’interno della Fototeca dell’Istituto. Essa comprende una serie di documenti contenuti nel fondo “Archivi della Resistenza” che è il fondo più consistente e ricco dell’Archivio Istoreco. La provenienza è dall’Ufficio storico di Anpi di Reggio Emilia. I documenti sono stati versati all’Istituto storico in varie riprese fino al 1981