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A tutte le aderenti dei "Gruppi di difesa". Come dobbiamo svolgere il nostro lavoro di assistenza
Il documento descrive il lavoro di assistenza alle famiglie dei perseguitati, degli arrestati, dei deportati e dei partigiani uccisi che i Gruppi di difesa della donna devono svolgere. È un lavoro estremamente delicato e può essere portato avanti al meglio «se nel portare quel poco di denaro che si riesce a far giungere, si aggiunge la capacità della nostra incaricata ad interessarsi completamente della vita della famiglia che visita. Non si tratta di imparare a memoria frasi convenzionali. Si tratta di saper vedere come si vive in una casa, imparare come si deve parlare, che cosa bisogna dire per aumentare in ogni famiglia la fierezza di aver dato un congiunto per la liberazione della nostra Patria». Alle donne dei Gdd impegnate nell'assistenza si chiede di osservare cosa manca nelle case delle famiglie che visitano (per esempio se ai bambini mancano calze o guanti, se qualcuno in famiglia è malato e non può acquistare medicinali, se c'è necessità di stoviglie, materiale per cucire), se la famiglia ha bisogno di qualcuno che sbrighi pratiche amministrative presso gli uffici, e nella visita successiva portare le cose necessarie e offrirsi per svolgere un servizio utile alla famiglia. Il gesto deve essere spontaneo e amichevole in modo che non sembri una elemosina e non umilii chi viene assistito. Le donne dei Gdd devono cercare di coinvolgere nell'assistenza alle famiglie che visitano anche i vicini e i padroni di casa, i negozianti e tutto il vicinato. Devono visitare le famiglie frequentemente e portare fuori i bambini. Oltre ad aiutare materialmente, le aderenti dei Gdd devono cogliere l'occasione delle visite per spiegare senza «annoiare» chi sono i partigiani, il significato della loro lotta, i motivi per i quali è importante sostenerla e i risultati a cui essa mira: la «fine delle [...] sofferenze» degli individui (anche delle famiglie bisognose che vengono assistite dai Gdd) e «un mondo migliore». Devono inoltre spiegare cosa sono i Gdd e quali compiti hanno, così da far crescere l'organizzazione con l'ingresso di nuove aderenti.
Perché questo lavoro sia svolto nel migliore dei modi si devono organizzare riunioni e incontri di approfondimento sulle modalità in cui portare avanti l'assistenza, divulgare gli esempi migliori e i risultati ottenuti, e ogni donna impegnata in questo campo non deve assistere più di tre o quattro famiglie.
Il documento si chiude con un incitamento ai Gdd e alle singole aderenti a "gareggiare" per ottenere successo nell'attività assistenziale che è importante per migliorare il lavoro e l'organizzazione dei Gdd.
Gdd
- Organizzazione interna
- Attività
In Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Partito comunista italiano, Triumvirato insurrezionale Emilia-Romagna, Direttive, b. 3, fasc. 16 è presente una lettera della Segreteria nazionale dei Gdd alle direzioni provinciali dei Gruppi su una circolare pervenuta dall’organizzazione di Torino, in cui si legge: «Essa tratta in modo molto semplice e concreto del nostro lavoro assistenziale, del come le nostre aderenti devono svolgere tale lavoro. Pensiamo che questa circolare debba essere fatta propria da ogni nostra Organizzazione Provinciale, riprodotta e distribuita in tutti i Gruppi di Difesa della Donna». Riteniamo si tratti di queste direttive.