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«Noi donne», n. 3, marzo 1945
L'articolo "Insurrezione" vede nell'insurrezione popolare di tutta la massa (operai, contadini, intellettuali, giovani e donne uniti) il solo mezzo per salvare l'Italia dalla distruzione che Mussolini e Hitler, ormai sconfitti, attueranno al momento della loro caduta definitiva. Le donne sono impegnate nella lotta e i Gdd che le organizzano e le guidano hanno dato prova di saper svolgere attività di tipo insurrezionale. L'articolo porta alcuni esempi tratti dalla situazione dell'Emilia-Romagna, citando in particolare le donne di Castel San Pietro Terme (BO) che hanno cercato nuovi locali per l'ospedale e per l'ospizio degli anziani dopo che i nazisti li hanno distrutti e gestiscono questi locali insieme al Cln; e le manifestazioni avvenute in provincia di Bologna con assalto ai magazzini alimentari, distribuzione di viveri, liberazione di arrestati, come accaduto a Bazzano (BO). Da questi esempi tutte le donne italiane devono trarre ispirazione e organizzare manifestazioni, proteste, attacchi ai depositi di viveri per impedire ai nazisti e ai fascisti di depredare le risorse alimentari dell'Italia. Non sono più sufficienti il sabotaggio della produzione e la difesa dai soprusi e dalle violenze: le donne devono «passare all'attacco».
"Saluto al dirigente nazionale del "Fronte della Gioventù" ricorda Eugenio Curiel, ucciso a Milano il 24 febbraio 1945 da fascisti guidati da una spia.
L'articolo "L'inverno nella repubblica della fame", firmato da «l'Ambrogina di Porta Romana» polemizza in modo ironico con la situazione delle famiglie a Milano, e in generale sotto la Repubblica sociale, alle prese con razionamenti, mercato nero, fame, freddo, mancanza di vestiti e scarpe, bassi salari, e incita a lottare contro fascisti e nazisti.
"Un esempio indimenticabile" prende le mosse dall'anniversario delle Cinque giornate di Milano per chiamare le donne ad imitare le eroine del Risorgimento e le donne che in tutta Europa e in Italia stanno lottando contro la guerra, l'occupazione tedesca e il fascismo, ad assistere i partigiani e a combattere al loro fianco.
L'articolo "8 marzo. Le donne dell'Italia ancora occupata ne hanno fatto una giornata di lotta" parla delle numerose manifestazioni promosse dai Gdd nelle diverse province dell'Italia settentrionale in occasione dell'8 marzo con «omaggi floreali alle tombe dei Martiri della Libertà, [...] rivendicazioni economiche alle direzioni delle fabbriche, [richiesta di] distribuzione sollecita ed aumento dei viveri [...], sottoscrizioni "pro-vittime" e pro-giornale "NOI DONNE"». L'articolo descrive più nei particolari alcune manifestazioni svoltesi a Milano dove «le fabbriche vennero tutte imbandierate e le donne si ornarono i capelli ed i petti con coccarde tricolori. Sui muri apparvero scritte inneggianti ai Martiri, all'invincibile Armata Rossa ed ai gloriosi eserciti Alleati che stanno dando il colpo finale alla tracotante prepotenza tedesca; dappertutto si esposero fotografie delle Vittime che vennero ornate di fiori e di tricolore; vennero lanciati manifestini, vennero tenuti comizi dentro e fuori delle fabbriche e in concorso col Fronte della Gioventù che diede pieno appoggio alle manifestazioni dei Gruppi di Difesa della Donna. Al mattino dell'8 marzo delegazioni di donne di tutte le fabbriche, in unione coi gruppi di massaie e di casalinghe, si recarono al Cimitero di Musocco per deporre, sulle tombe dei Martiri caduti per la libertà del popolo italiano, fiori legati con nastri che portavano la denominazione dei vari Gruppi e bandierine tricolori. Le tombe ne furono letteralmente ricoperte. Vennero tenuti brevi discorsi commemorativi in cui vennero particolarmente ricordate le nostre Vittime, presenti sempre nel cuore di tutte, anche se le loro tombe sono lontane. Nel loro ricordo le donne riaffermarono la loro volontà di lotta, strenua e decisa, fino alla conquista di tutte le libertà. Le stesse delegazioni si recarono, poi, in prefettura a reclamare viveri, legna, sale, ecc. Solo una piccola rappresentanza venne ricevuta dal segretario del prefetto che [...] mandò le donne alla Sepral in corso del Littorio. In corteo le donne vi si recarono - oltre duecento - [...] e [...] ottennero promessa di immediata distribuzione di un chilogrammo di riso e di mezzo etto di grassi per completare il razionamento di febbraio e la distribuzione delle razioni di marzo [...]. In una grande fabbrica due donne, per turno, fecero 'guardia d'onore' al ritratto di una Eroina davanti alla quale a mezzogiorno tutta la maestranza sfilò reverente e commossa. In un'altra grande fabbrica venne tenuto un comizio all'uscita delle operaie tra l'entusiastica adesione della massa. Dappertutto ci furono interruzioni di lavoro, dappertutto delegazioni di operaie si recarono in Direzione a reclamare viveri, indumenti e miglioramenti economici. Dappertutto l'8 marzo venne celebrato in un'atmosfera di entusiasmo e di propositi intensificatoti di lavoro e di lotta».
"L'origine dei movimenti femminili" ripercorre le tappe principali della formazione dei movimenti femminili e dell'affermazione dei diritti delle donne negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Russia e in Italia. Qui le richieste dei movimenti femminili non sono state ascoltate con attenzione prima della prima guerra mondiale e poi il fascismo ha costretto le donne in una condizione subordinata e lontana dalla vita politica. Grazie alla creazione dei Gruppi di difesa della donna nell'Italia occupata e dell'Unione donne italiane in quella liberata le donne partecipano alla vita politica e si propongono «oggi la lotta ad oltranza contro i tedeschi e fascisti e domani la bella, santa fatica della ricostruzione. Valersi di tutte queste nuove energie femminili è il compito che spetta, nel rinato clima di una Italia cosciente della forza immensa della libertà e della democrazia, alle più attive e intelligenti fra le donne italiane, senza distinzione di classe».
L'articolo "Frammenti di vita nuova in una valle liberata" parla di una valle dell'Italia settentrionale liberata dai partigiani che vi hanno instaurato un'amministrazione e un servizio d'ordine. Ora la vita è tranquilla, ma prima tutti, partigiani e popolazione, hanno conosciuto la violenza dei nazisti e dei fascisti. Da mesi le donne della valle sono partigiane combattenti o si occupano di garantire i rifornimenti. L'articolo racconta di un lancio di rifornimento ai partigiani da parte degli Alleati e di un bombardamento tedesco che fa alcune vittime. Termina dicendo che le «valli partigiane [...] sono l'indice più chiaro della volontà del popolo italiano che marcia compatto verso la libertà e la conquista del suo avvenire».
Chiude il numero un elenco di azioni compiute dalle donne guidate dai Gdd, raccolte sotto il titolo "Le donne in lotta". Sono citati esempi da Milano e dalla Lombardia, da Torino, Reggio Emilia, Verona e Bologna: blocco della consegna dei cavalli ai raduni fascisti, astensioni dal lavoro e proteste per miglioramenti economici e lavorativi, assalto a magazzini e a treni merci, diffusione di stampa clandestina, manifestazioni per la distribuzione di viveri.
Benito Mussolini
Adolf Hitler
Eugenio Curiel
Joseph Goebbels
Joachim von Ribbentrop
Barbisun (Stalin?)
Luisa Battistotti Sassi (eroina del Risorgimento milanese)
Giuseppina Lazzaroni (eroina del Risorgimento milanese)
Maria Drago (madre di Giuseppe Mazzini)
Anita Garibaldi
Teresa Confalonieri (eroina del Risorgimento milanese)
Giuditta Sidoli (eroina del Risorgimento milanese)
Cristina Belgioioso (eroina del Risorgimento milanese)
Minerva (nome di battaglia di una partigiana)
Diana (nome di battaglia di una partigiana)
Scintilla (nome di battaglia di una partigiana)
Diavolo Rosso (nome di battaglia di una partigiana)
Lucciola (nome di battaglia di una partigiana)
Mitraglia (nome di battaglia di una partigiana)
Fiamma (nome di battaglia di una partigiana)
Gdd
Cln
- Rivendicazioni economiche
- Rivendicazioni sociali
- Rivendicazioni politiche
- Questione femminile
- Rapporto con altre organizzazioni
- Organizzazione interna
- Attività
Si tratta probabilmente di una bozza dattiloscritta proveniente dal centro per la riproduzione e la diffusione locale. Sul frontespizio oltre al sommario con l'ordine degli articoli si legge l'indicazione: «Riproducetelo a stampa, con ciclostile, con macchina da scrivere, in tutti i modi e diffondetelo soprattutto fra le donne. Se non vi sarà possibile riprodurlo tutto, riproducete almeno gli articoli più importanti anche isolatamente, mettendo sempre l'indicazione "NOI DONNE".