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«Noi donne», n. 6, settembre 1944

Descrizione

L'articolo "Prepariamoci ad amministrare ed a governare" prende spunto da un discorso di Togliatti pronunciato ad un congresso di donne a Roma, in cui egli ha dichiarato che alle donne deve essere concesso il diritto di voto e che le donne devono intervenire nella vita politica; l'articolo afferma che nelle istituzioni e negli organismi di potere politico e amministrativo che nasceranno dopo la liberazione le donne dovranno essere presenti e avere un ruolo attivo; esse dovranno dirigere gli organismi che interessano le donne in modo precipuo, come le mense operaie e popolari, le refezioni scolastiche, le istituzioni per l'infanzia e la maternità, gli istituti di beneficenza. Le donne difenderanno i propri interessi; per farlo avranno nuovi doveri, ma otterranno con essi il diritto di decidere per sé stesse, di decidere della vita dei loro figli, di essere indipendenti sotto il profilo morale e sotto quello materiale. Le donne quindi devono imparare a governare e per farlo da subito devono far crescere i Gdd, continuando nel lavoro delle tante donne dirigenti che hanno saputo organizzare scioperi come quello delle mondine e manifestazioni di protesta, e facendo entrare nuovi elementi nei Gdd a cui dare anche incarichi di responsabilità perché si preparino alle responsabilità future.

Segue una "Supplica delle donne milanesi a Sua Eminenza Schuster Cardinale arcivescovo di Milano" perché intervenga presso le autorità tedesche affinché interrompano i rastrellamenti di donne e la loro deportazione in Germania come manodopera.

Collegata all'articolo precedente vi è una lettera di una donna ai genitori che «Noi donne» dichiara essere di una lavoratrice in Germania ("Il grido di disperazione di una deportata in Germania"). Il giornale la pubblica per dimostrare la triste condizione dei lavoratori e delle lavoratrici al servizio dei tedeschi nel Reich e per spingere le donne ad opporsi alle deportazioni e ai trasferimenti di manodopera in Germania.

Sotto il titolo "Volontarie della libertà citate all'ordine del giorno" è presentato il distaccamento femminile della brigata Garibaldi Giambone, costituito da 38 donne che hanno diversi compiti e prende lo spunto da questo distaccamento per incitare tutte le donne a formare distaccamenti all'interno di ogni brigata partigiana.

Segue un articolo dedicato a "Irma Bandiera" in cui si descrivono la sua attività di partigiana, l'arresto, l'uccisione dopo le torture e l'abbandono del suo corpo senza vita per strada a Bologna.

L'articolo "Partigiane Jugoslave [sic]" cita come esempi alcune partigiane attive, con e senza armi, nella formazioni in Yugoslavia, dove le donne costituiscono un quindicesimo dei combattenti.

Nella rubrica "Le donne in lotta" sono raccolti esempi di attività, manifestazioni, raccolta di materiali per i partigiani e proteste organizzate dai Gdd a cui prendono parte le donne in Piemonte e Lombardia.

Nella rubrica "Vita dei Gruppi" è pubblicato l'articolo "Apriamo un largo reclutamento nelle nostre file". Partendo dal riconoscimento ottenuto dai Gdd da parte del Clnai, i Gdd intendono ampliare la loro organizzazione con nuove aderenti. L'articolo sollecita le donne organizzate nei Gruppi di difesa a spiegare a tutte ancora una volta cosa sono i Gruppi (carattere apolitico e interpartitico, aperti a tutte le donne di ogni estrazione sociale, orientamento politico e religione) e quali sono i loro compiti principali: l'aiuto ai partigiani e la difesa delle rivendicazioni delle lavoratrici. I Gdd devono crescere per poter assolvere ai compiti che spettano loro nella lotta del momento e nell'Italia futura; le donne devono prepararsi nei Gdd ad assumere funzioni dirigenziali dopo la liberazione.


Autore Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà
Luogo

Tipologia altro - periodico
Estremi cronologici 00/09/1944

Persone citate

Palmiro Togliatti
Idelfonso Schuster (arcivescovo di Milano)
Nanda (lavoratrice italiana in Germania)
Irma Bandiera
Ranska (partigiana yugoslava)
Mila Peric (contadina yugoslava)

Enti citati

Brigata Garibaldi Giambone
Gdd
7ª brigata Gap
Clnai
SS


Soggetti
  • Rivendicazioni economiche
  • Rivendicazioni sociali
  • Rivendicazioni politiche
  • Questione femminile
  • Rapporto con altre organizzazioni
  • Organizzazione interna
  • Attività
Specifica per soggetti

Note

Si tratta probabilmente di una bozza dattiloscritta proveniente dal centro per la riproduzione e la diffusione locale. Sul frontespizio oltre al sommario con l'ordine degli articoli si legge l'indicazione: «Riproducetelo a stampa, con ciclostile, con macchina da scrivere, in tutti i modi e diffondetelo soprattutto fra le donne. Se non vi sarà possibile riprodurlo tutto, riproducete almeno gli articoli più importanti anche isolatamente, mettendo sempre l'indicazione "NOI DONNE".

Una copia è conservata anche a Ravenna presso l'Emeroteca dell'Istituto storico della Resistenza: cfr. scheda 1011.

Irma Bandiera, nata l'8 aprile 1915 a Bologna. Aderì alla Resistenza e fu staffetta della 7ª brigata Gap. Fu catturata dai fascisti nell'agosto 1944 e venne torturata a lungo per estorcerle informazioni sul movimento resistenziale dell'area di Bologna. Il 14 agosto 1944 fu, infine, uccisa non lontano dalla sua abitazione e il suo corpo fu abbandonato per strada come monito e con funzione terroristica per gli oppositori, i partigiani e per tutta la popolazione. Decorata di medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Il suo nome fu dato anche alla 1ª brigata Sap attiva a Bologna.
Cfr. T. Rovatti, Via Camicie Nere, Bologna, 14 agosto 1944, in Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia [http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5241].
Notizie biografiche su Irma Bandiera in A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. II, Dizionario biografico A-C, Bologna, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1985, pp. 102-103, sul sito Storia e memoria di Bologna: http://memoriadibologna.comune.bologna.it/bandiera-irma-478043-persona; e sul sito dell'Anpi nazionale, Donne e uomini della Resistenza: http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1184/irma-bandiera
Erroneamente l'articolo dice che Irma Bandiera fu reclusa nelle celle delle SS: furono infatti i fascisti a catturarla e ucciderla.

Allegato Nessun allegato

Ente di conservazione Fondazione Gramsci Emilia-Romagna

Fondo archivistico Partito comunista italiano, Triumvirato insurrezionale Emilia-Romagna, Periodici
Segnatura b. 3, fasc. 8

Note di provenienza archivistica