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«Noi donne», n. 5, agosto 1944

Descrizione

"Volontarie della libertà" presenta l'iniziativa lanciata dai Gruppi di difesa della donna per formare dei distaccamenti femminili in cui le donne assumano il ruolo di infermiere, staffette, informatrici e anche combattenti. Volontarie della libertà sono inoltre tutte le donne presenti nelle squadre di difesa operaia, nelle squadre di azione contadina e operaia, nelle formazioni armate popolari.

L'articolo "Donne garibaldine" cita tre esempi di donne che prestano servizio come sentinelle, infermerie o che prestano assistenza ai partigiani delle brigate Garibaldi.

L'articolo "Cittadine! Difendiamo i nostri figli, le nostre case, i nostri prodotti" [nel sommario è "Contadine..."] è un appello alle donne per unirsi e lottare contro le deportazioni, le razzie e le distruzioni operate dai tedeschi in ritirata. Scrive «Noi donne»: «sappiate che ogni arma è buona per lottare. Voi siete in molte, loro sono in pochi. Unite tutte le vostre forze ed assalite coi tridenti, con le pale, con le unghie e coi denti gli invasori che verranno per depredarvi, salvate le vostre figlie dallo scempio dei barbari, dalle loro orrende violenze; salvate i vostri figli dalla morte. [...] ricordiamoci tutte che il popolo rappresenta una forza invincibile se è unito e deciso al combattimento».

Seguono l'ordine del giorno del Cln Alta Italia che riconosce i Gdd come organismo di massa femminile che agisce nel quadro delle direttive del Comitato di liberazione nazionale ("Il Comitato di Liberazione Nazionale riconosce i Gruppi di difesa della donna ed invita tutte le donne ad aderirvi") e l'articolo "Collaborare coi Gruppi di difesa della donna è dovere di tutte le donne antifasciste". In questo secondo articolo si legge che i Gdd «aumentano di numero, di consistenza organizzativa, la loro vita si arricchisce politicamente, la loro attività si fa larga ed intensa. Migliaia di donne accorrono sotto la bandiera di questa organizzazione, nelle città come nei piccoli centri, ne applicano giornalmente le direttive, si attirano la simpatia e la collaborazione degli altri movimenti antifascisti. Il largo carattere di massa dei "Gruppi", la serietà del suo programma [sic], l'azione svolta durante il suo crescente sviluppo [sic], ha avuto [sic] in queste ultime settimane un riconoscimento ufficiale. Oltre al riconoscimento da parte del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia, i C.d.L.N. di moltissime province e regioni dell'Italia occupata hanno pubblicamente additato questa organizzazione come la sola capace di inquadrare o guidare le masse femminili nella lotta antifascista e nella conquista dei suoi diritti [sic]; dall'Emilia, dalla Liguria, dal Veneto, dal Piemonte e dalla Lombardia arrivano ai nostri Comitati, da parte dei rappresentanti dei partiti antifascisti uniti nel Comitato di Liberazione Nazionale lettere di felicitazioni ed incitamenti, assicurazioni d'appoggio morale e materiale». L'articolo ribadisce poi ancora una volta il contenuto largamente unitario del programma d'azione e il carattere non partitico dei Gdd, in particolare smentisce che i Gruppi sorti per iniziativa comunista siano legati solo al Pci, e invita le donne che hanno ancora pregiudizi ad unirsi ai Gruppi di difesa come dovere di ogni donna antifascista «perché si stanno veramente gettando le basi della rinascita italiana e femminile».

L'articolo successivo si intitola "Come in URSS la donna può adempiere alla sua funzione di madre e di lavoratrice" e descrive le condizioni di lavoro delle madri e le forme di assistenza e tutela loro garantite (asili nelle aziende e nelle campagne, servizi di refezione per i bambini, ambulatori).

"I nostri ragazzi ritornano dalla Germania ammalati e morenti" parla di un contingente di soldati italiani rimpatriati dalla Germania perché malati, i più di tubercolosi, e delle condizioni inumane in cui sono stati tenuti in prigionia. L'articolo parla anche dell'assistenza che le donne di Bergamo, dove sono arrivati i militari, hanno prestato ai malati. Degli internati militari si scrive «che non hanno ceduto ai voleri nazi-fascisti, che non hanno voluto tradire la loro Patria» e per questo le donne provano per loro «affetto [...], ammirazione e riconoscenza». Da questi soldati si deve imparare «come la Patria si afferma, si onora e si difende».

L'articolo "25 luglio 1943" ricorda a distanza di un anno la caduta di Mussolini e come per la popolazione italiana quello sia stato un giorno di festa poiché si credeva che con il fascismo fosse finita anche la guerra. Dopo un anno l'Italia è ancora in parte occupata dai tedeschi e dai fascisti che si sono riorganizzati, ma sui fronti militari gli Alleati e l'Urss stanno sconfiggendo i nazisti e in Italia l'opposizione dei partigiani si fa sempre più forte. «Noi donne» rivendica l'importanza degli scioperi cui le donne hanno partecipato attivamente; delle manifestazioni femminili contro le deportazioni, contro il reclutamento di manodopera per la Germania, per salvare i condannati a morte e gli arrestati; delle agitazioni contro gli sfollamenti obbligati; delle lotte per i miglioramenti economici e di quelle contro gli ammassi e i raduni. Queste sono azioni che «hanno inflitto ferite mortali alle belve tedesco-fasciste». Le donne devono fare ancora di più, prendere parte attiva alla lotta, con ogni mezzo e con ogni arma. Si devono abbreviare la guerra e l'occupazione nazista per ridurre il numero dei morti e le distruzioni. Lottando le donne determineranno anch'esse la liberazione dell'Italia e conquisteranno «il diritto di rivendicare giustamente il posto che ci spetta nella nuova società democratica».

La rubrica "Le donne in lotta" elenca una serie di azioni compiute da donne organizzate dai Gdd in Piemonte, Lombardia, Emilia per liberare arrestati e per impedire le asportazioni di viveri.

La rubrica "Vita dei Gruppi" comprende l'articolo "Studiamo, discutiamo il nostro materiale" che richiama le donne aderenti ai Gruppi sul fatto che i Gdd, formatisi da non molto tempo, si sono impegnati soprattutto nell'assistenza ai partigiani e nell'organizzazione, ma non hanno dedicato abbastanza attenzione al lavoro di formazione politica delle dirigenti e delle aderenti che devono, da un lato, comprendere i programmi e le direttive del centro per applicarle nel momento presente e, dall'altro, prepararsi ad assumere compiti dirigenziali nell'Italia liberata dopo la guerra, specialmente nei settori che interessano le donne (infanzia, maternità, alimentazione, alloggi).


Autore Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà
Luogo

Tipologia altro - periodico
Estremi cronologici 00/08/1944

Persone citate

Enti citati

Gdd
brigate Garibaldi
Squadre di azione operaia e contadina
Squadre di difesa operaia
Cln locali
Cln Alta Italia


Soggetti
  • Rivendicazioni economiche
  • Rivendicazioni sociali
  • Rivendicazioni politiche
  • Questione femminile
  • Rapporto con altre organizzazioni
  • Organizzazione interna
  • Attività
Specifica per soggetti

Note

Si tratta probabilmente di una bozza dattiloscritta proveniente dal centro per la riproduzione e la diffusione locale. Sul frontespizio oltre al sommario con l'ordine degli articoli si legge l'indicazione: «Riproducetelo a stampa, con ciclostile, con macchina da scrivere, in tutti i modi e diffondetelo soprattutto fra le donne. Se non vi sarà possibile riprodurlo tutto, riproducete almeno gli articoli più importanti anche isolatamente, mettendo sempre l'indicazione "NOI DONNE".

Allegato Nessun allegato

Ente di conservazione Fondazione Gramsci Emilia-Romagna

Fondo archivistico Partito comunista italiano, Triumvirato insurrezionale Emilia-Romagna, Periodici
Segnatura b. 3, fasc. 8

Note di provenienza archivistica